Studio Legale LdV Viareggio | ACQUISTO DIAMANTI COME BENE RIFUGIO, QUALE TUTELA PER I RISPARMIATORI?: sotto indagine le società  Intermarket Diamond Business di Milano (IDB, fallita) e la Diamond Private Investment di Roma (DPI) nonchè gli istituti di credito  Banco Bpm, Banca Aletti, UniCredit, Intesa San Paolo e Monte dei Paschi.
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ACQUISTO DIAMANTI COME BENE RIFUGIO, QUALE TUTELA PER I RISPARMIATORI?: sotto indagine le società  Intermarket Diamond Business di Milano (IDB, fallita) e la Diamond Private Investment di Roma (DPI) nonchè gli istituti di credito  Banco Bpm, Banca Aletti, UniCredit, Intesa San Paolo e Monte dei Paschi.

E’ notizia degli ultimi giorni l’indagine svolta dalla procura di Milano nei confronti delle società Intermarket Diamond Business (dichiarata fallita con sentenza del Tribunale di Milano), Diamond Private Investment e di alcuni primari istituti di credito per fatti avvenuti nel periodo 2012-2016.

Le società IDB e DPI, negli anni oggetto di indagine, avevano infatti avviato una intensa attività di vendita di diamanti, prospettati al cliente/consumatore quale bene rifugio e forma di investimento sicura da speculazioni e oscillazioni di mercato.

Per la conclusione di tali contratti di vendita, sottoscritti con numerosi risparmiatori, le predette società di investimento si avvalevano della “collaborazione” degli istituti bancari menzionati ( gli esatti confini di tale collaborazione sono oggetto di indagine ed in corso di accertamento).

Questi ultimi, mettevano in contatto i correntisti con le società di investimento ( era proprio nei locali della banca che venivano sottoscritti i contratti di acquisto nonché di deposito dei diamanti presso i caveaux della società di investimento) e presso le agenzie degli istituti era a disposizione il materiale pubblicitario delle due società.

Anche se, secondo le indagini, e secondo quanto riportato dalla stampa “i direttori e i consulenti finanziari avevano un ruolo attivo nel proporre ai clienti gli investimenti presentandoli in modo «parziale, ingannevole e fuorviante”.
I diamanti, scrive Repubblica, «venivano fatti apparire come un “bene rifugio” garantendo un rendimento costante annuo del 3-4% del capitale, molto più di un qualsiasi titolo di Stato. Lo dimostravano, dicevano, le quotazioni di mercato stampate su un giornale economico, che però non erano che un listino prezzi (gonfiato rispetto ai valori reali) pubblicato a pagamento furbescamente sulle pagine dei titoli di Borsa». Il valore dei diamanti era alla fine pari al 30-50 per cento del prezzo pagato dal cliente. A questa base venivano aggiunte le commissioni per la banca, le coperture assicurative, i costi per la certificazione etica e gemmologica e una percentuale per la rivendita. La non corrispondenza tra la somma pagata e il valore reale dell’investimento era quasi impossibile da scoprire, proprio perché i listini prezzi pubblicati a pagamento non corrispondevano alle quotazioni indicative di Rapaport e Idex, i listini internazionali dei diamanti riconosciuti in tutto il mondo e fissati una volta alla settimana.

Le indagini in corso di svolgimento dalla procura di Milano hanno preso avvio in seguito agli accertamenti svolti dall’Antitrust, conclusi con sanzioni per oltre 15 milioni di euro a carico delle società venditrici e degli istituti bancari coinvolti ( provvedimenti poi confermati dal Tar Lazio) .

Ad oggi, risultano indagati, oltre ai vertici delle società di investimento, anche il direttore generale di Banco Bpm, Maurizio Faroni, l’ex direttore generale di Banca Aletti Maurizio Zancanaro, l’ex dirigente di Bpm Andrea Mencarini, il responsabile Pianificazione e marketing di Bpm Pietro Gaspardo.

L’indagine milanese ha portato al sequestro diretto per 149 milioni di euro alla IDB, 165 alla DPI, 83 milioni al BancoBpm-Banca Aletti, 32 milioni a Unicredit, 11 milioni a Banca Intesa e 35 milioni a Mps.

Quale tutela però per i consumatori?

Il Tribunale di Milano con la sentenza n. 40/19 ha dichiarato il fallimento della società IDB. E’ pertanto facoltà dei consumatori, tramite il proprio legale di fiducia, presentare istanza al Fallimento al fine, intanto, di ottenere la restituzione dei diamanti acquistati che, nella maggior parte dei casi, sono tutt’ora depositati presso i caveaux della società venditrice, riservandosi in ogni caso le opportune azioni civilistiche ( anche di tipo risarcitorio) da proporre nei confronti delle società di investimento nonché della banca coinvolta.